Da secoli domina incontrastata, ricordandoci l’importanza storica e strategica di questo luogo: è la Torre Angioina, simbolo di Summonte e autentico scrigno di bellezze inaspettate. Durante la mia visita insieme all’organizzatissimo Infopoint ho avuto l’opportunità di scoprire tutti i suoi segreti e il fascino che la circonda.
Un monumento che cattura subito l’attenzione, non solo per la posizione dominante ma anche per il fascino indiscutibile che emana. È un luogo che ha molto da raccontare: secoli di storia che intrecciano Normanni, Angioini, famiglie nobili locali e, infine, i celebri Doria! Per scoprire il legame tra la famiglia genovese ed il paesino pedemontano dell’entroterra campano basta una visita proprio alla sua torre angioina.
Al suo interno, nei piani superiori (la struttura si sviluppa su cinque livelli, oltre ai sotterranei), è stato allestito il Museo dei Doria. Questo spazio espositivo, curato con rigore, narra il rapporto tra la celeberrima famiglia genovese e Summonte. Dopo la vittoriosa Battaglia di Lepanto nel 1571, il contributo decisivo dei Doria contro gli Ottomani fu ricompensato con il possedimento di Summonte, un territorio strategico per la ricchezza dei suoi boschi e della legna ricavabile. La famiglia si stabilì nel Palazzo Doria (ancora oggi una delle attrazioni di Summonte), trasformando il borgo in una cittadella fortificata. A loro si deve anche la costruzione della Chiesa del Rosario e altre opere di pregio, che i volontari della Pro Loco raccontano con appassionanti dettagli durante le visite guidate.
La Torre stessa ha una storia affascinante: prima appartenente ad un antico sistema difensivo normanno, poi ricostruita dagli Angioini che le conferirono la caratteristica forma tondeggiante. Questo complesso castellare, un tempo centro nevralgico per la difesa del Principato Ultra, oggi si impone come un attrattore turistico di grande richiamo. Gli spazi antistanti il maniero sono location ideale per eventi di grande suggestione. Da qui i 118 gradini che consentono l’accesso all’interno della torre catapultano il visitatore in una sorta di macchina del tempo, con la quale attraversare tutte le epoche. Ogni piano racconta un capitolo diverso della storia del territorio, arricchito da curiosità, dati e dettagli che restituiscono la complessità di questo angolo dell’Appennino Meridionale.
Salendo verso la cima, una scala conduce il visitatore in un percorso nel tempo e nello spazio. In questo viaggio al centro della torre, al cui culmine è possibile godere di un paesaggio davvero inimitabile, si segnalano il vecchio meccanismo dell’orologio del campanile, i pannelli che illustrano l’appartenenza di Summonte al Parco Regionale del Partenio e reperti archeologici che testimoniano la centralità del borgo attraverso i secoli. In cui ovviamente i Doria giocano un ruolo da protagonisti.
Ciò che mi ha colpito particolarmente è stato il Museo civico regionale, riconosciuto nel 2010. Situato in una grande sala, il museo racconta come Summonte sia stata da sempre terra di passaggio: dai Normanni ai cavalieri templari, fino ai soldati che presidiavano la torre. L’allestimento, curatissimo, offre un viaggio antropologico ed emozionante attraverso i costumi, gli strumenti e gli ornamenti che caratterizzavano guerrieri e pellegrini delle epoche passate. Le ricostruzioni a grandezza naturale, su calco degli originali, mettono in luce ogni dettaglio, dagli abiti agli strumenti di difesa e alle armi d’attacco, all’interno di un arco narrativo che abbraccia più di un millennio.
Il tutto è reso ancora più coinvolgente dalla passione dei giovani volontari locali, pronti a raccontare con entusiasmo la storia del loro paese. Per chi desidera immergersi in questa esperienza unica, la torre è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, previa prenotazione all’infopoint adiacente al Municipio di Summonte. L’occasione sarà perfetta per scoprire anche le altre meraviglie di questo borgo, che si è guadagnato un posto d’onore tra i “Borghi più belli d’Italia“.