Aprile è il momento del broccolo aprilatico di Paternopoli. Nutriente e saporito è alla base di molti piatti della tradizione culinaria irpina. Eppure fino a pochi anni fa rischiava di sparire…
La capacità di produrre ortaggi di qualità è una caratteristica riconosciuta da sempre ai contadini di Paternopoli. D’altronde il terreno (vulcanico) è molto fertile, ricco di acqua e incontaminato, perché lontano dalle principali vie di comunicazione. La sapienza e l’abnegazione dei contadini locali fa il resto.
Una tradizione antica quella dei coltivatori paternesi, che nel tempo ha consentito di ottenere i prestigiosi fichi di San Mango, uno dei migliori Taurasi in assoluto e soprattutto il prodotto che meglio incarna l’anima rurale del piccolo comune della Valle del Calore: il broccolo aprilatico.
È scuro, con le cime molto croccanti ed un sapore più dolce e delicato di qualsiasi altro. Caratteristiche organolettiche inconfondibili rispetto alle altre brassicacee in circolazione. Da Natale in poi il broccolo aprilatico è disponibile per tutte quelle famiglie, e sono molte, che lo hanno seminato per l’autoconsumo. Tuttavia la migliore espressione arriva nel mese di aprile, quando il broccolo aprilatico esprime al meglio le sue proprietà.
A fronte di una raccolta che dura meno di un mese, però, la lavorazione per ottenere questa eccellenza irpina è lunga e complessa. La semina avviene nella seconda metà di settembre e, poco prima che esploda l’inverno, le piantine vengono trapiantate in appezzamenti molto ampi, ben distanziati, dove hanno modo di crescere in maniera rigogliosa. Una volta che gli scapi sono ben sviluppati, questi vengono cimati in modo da consentire che la pianta si sviluppi in larghezza, producendo molte cimette, che vanno colte a mano. La raccolta non può avvenire meccanicamente perché è la capacità di osservare la pianta da parte del produttore che fa la differenza: non potendo prevedere quando quella singola piantina arriverà al suo momento di maturazione ideale, il monitoraggio quotidiano è l’unica arma che il produttore ha per provvedere alla raccolta delle migliori cime che, assieme alle foglie più tenere, vengono legate da un giunco e messe in vendita.
Il broccolo aprilatico è una cultivar esclusiva del territorio comunale di Paternopoli ed è importante per l’economia locale. Tuttavia, complici lo spopolamento e la conseguente flessione della tradizione, qualche anno fa rischiava di scomparire. Ecco perché nel 2012 interviene Slow Food che ne fa un Presìdio, salvando questa peculiare coltura dall’oblio e addirittura suggerendo (ed ottenendo) l’aumento delle superfici dedicate a questo ortaggio.
Altrettanto importanti sono state le iniziative volte a rendere disponibile tutto l’anno un prodotto molto delicato e dalla forte deperibilità. Oltre che freschi, infatti, molte aziende oggi propongono il broccolo aprilatico trasformato, in versione al naturale, in barattolo, rendendolo così disponibile tutto l’anno, acquistabile nelle migliori botteghe di tipicità, oltre che in numerosi shop on line.
Le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del broccolo aprilatico lo fanno apprezzare da molti chef, non solo irpini, che lo rendono protagonista di mille ricette e svariate preparazioni. Sul piano nutrizionale è molto apprezzato, in quanto la presenza di antiossidanti e le numerose vitamine ne fanno un alimento completo, dotato di notevoli proprietà diuretiche.
In cucina, è una verdura che si presta a molte preparazioni, esaltando negli abbinamenti numerose eccellenze culinarie irpine. A proposito di ricette, quella paternese classica lo vede abbinato a sarde, aglio e limone, ma in generale è un ottimo ingrediente per la preparazione di primi piatti di pasta fatta in casa, per il classico pancotto oppure come semplice contorno, magari ad una classica carne di maiale, altra eccellenza di queste zone. Una ricetta invece meno convenzionale è il broccolo Aprilatico alla pertecaregna: preparato un intingolo con aglio, olio e peperoncino, questo viene versato sui broccoli stufati: una delizia sorprendente.
Personalmente lo trovo perfetto come condimento dei fusilli avellinesi, esaltati da un tocco finale di olio Colline dell’Ufita DOP o Ravece. Una ricetta semplice, gustosa e nutriente, come in fondo è la cucina tipica irpina.