Il simbolo di Gesualdo, dove storia, arte e musica si intrecciano
Ci sono luoghi che raccontano storie, e poi c’è il Castello di Gesualdo, che le canta. Immerso nelle colline dell’Irpinia centrale, questo maniero non è solo un’imponente fortezza, ma un autentico scrigno di arte, musica e storia. Chiunque metta piede qui, non può fare a meno di restare incantato dal suo fascino, che attraversa i secoli e vibra ancora tra le sue mura.
Situato nel cuore di Gesualdo, il castello si erge su una posizione dominante, con la sua struttura maestosa che osserva silenziosa la valle del Calore. Le sue origini si perdono tra storia e leggenda. C’è chi dice che sia nato per volere di Romualdo, duca di Benevento, nel VII secolo per difendere i suoi territori dalle incursioni bizantine. Altri lo attribuiscono a Radelchi I di Benevento, che lo avrebbe voluto nel IX secolo come baluardo di difesa. Di certo, le prime notizie documentate risalgono al XII secolo, quando il feudo era nelle mani di Guglielmo d’Altavilla, una delle tante nobili casate che hanno lasciato il loro segno nella storia di questa fortezza.

Nel corso dei secoli, il castello ha subìto numerose trasformazioni. Da baluardo difensivo medioevale a raffinata dimora rinascimentale, passando per gli sconvolgimenti portati dalle guerre e dai terremoti. La sua struttura è un affascinante mix di stili: dalle mura merlate e torri circolari di epoca aragonese, alle eleganti facciate ottocentesche che testimoniano le ultime ristrutturazioni. Ma la vera svolta arrivò nel XVI secolo, quando il maniero divenne la dimora di Carlo Gesualdo, principe di Venosa. Ed è qui che la storia si intreccia con la musica.

Se il castello oggi è così famoso, lo dobbiamo a lui: Carlo Gesualdo, un uomo che fu soprattutto un visionario della musica. Considerato uno dei più grandi innovatori della polifonia, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia musicale europea. Ma il suo nome è legato anche a una delle storie più oscure del Rinascimento: il tragico omicidio della moglie Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa. Dopo quel sanguinoso episodio, Carlo si ritirò nel castello di Gesualdo, dove si dedicò anima e corpo alla musica, trasformando il maniero in un centro culturale d’eccellenza. Grazie a lui il maniero si trasformò. Vennero realizzati cortile e loggia della torre meridionale, nuovi appartamenti e cucine attrezzate, meravigliosi decori, oltre alla realizzazione della sala del teatro e dei giardini circostanti.

Dopo anni di restauri, oggi il Castello di Gesualdo è un luogo di cultura e bellezza. Camminare tra le sue stanze significa fare un viaggio nel tempo, tra sale affrescate, cortili eleganti e una straordinaria collezione di strumenti musicali. Qui è possibile ammirare ricostruzioni filologiche degli strumenti suonati ai tempi del principe madrigalista, come l’arciliuto, l’organo e il clavicembalo. Non solo: il castello ospita eventi, concerti e manifestazioni che mantengono viva la memoria del principe dei musici.



A ben guardare, il Castello di Gesualdo è molto più di una semplice attrazione turistica. Non solo è simbolo del paese, ma anche uno dei luoghi più significativi dell’Irpinia. Un luogo dove la storia si respira e la musica ancora risuona tra le sue mura. Un luogo per gli appassionati di arte, gli amanti della musica o semplicemente i viaggiatori in cerca di meraviglia.
Per visitarlo basta partecipare ad uno dei tanti eventi che durante l’anno viene organizzato. Il più famoso forse riguarda i mercatini natalizi, quando il maniero si trasforma in un piccolo villaggio dedicato a Babbo Natale e non solo. Anche se per esperienza credo che il modo migliore di vivere la maestosità del Castello di Gesualdo sia contattare le associazioni del territorio abilitate alla fruizione: sarà il modo migliore per essere conquistati da uno dei luoghi simbolo della provincia di Avellino.
