Alberi monumentali d’Irpinia

Carmine Cicinelli

Carmine Cicinelli

Oggi è la Giornata Nazionale degli Alberi. Qualche riflessione e un giochino celebrativo sul patrimonio arboreo irpino.

Nella Giornata Nazionale degli Alberi 2022 ho deciso di fare qualche ricerca sugli alberi monumentali d’Irpinia. Ne è venuto fuori un elenco che non vuole essere una classifica di merito, ma un elogio alla loro unicità e bellezza.

Parto col dire che dall’ultimo censimento della Regione Campania gli alberi monumentali in Irpinia sono risultati 63 (l’elenco completo degli alberi la trovate qui). Di questi però, purtroppo, qualche settimana fa è stato abbattuto uno dei più importanti, situato nella Villa Comunale di Avellino: un platano la cui altezza stimata era di circa 47 metri (il più alto in tutta la provincia); un gigante buono che accoglieva tutti coloro che imboccavano il Corso Vittorio Emanuele dalla parte alta. La sua statuaria eleganza è stata cancellata per sempre nello scorso Ottobre, quando si è reso necessario il suo abbattimento perché la pianta era malata di cancro colorato (per intenderci la stessa malattia che ha decimato e continua a mietere vittime in Viale Italia, una strada talmente ricca di vegetazione da essere rinominata proprio Viale dei Platani).

Rimanendo in Villa, va sottolineato come questa rappresenti un patrimonio arboreo ricco e variegato. Basti pensare che su ogni lato della struttura c’è un albero degno di nota. Oltre al platano abbattuto a ridosso del Corso, si segnala la sequoia (42 metri di altezza) sul lato di Viale Cassitto, l’imponente ippocastano sul versante dell’Eliseo e una coppia di platani centottantenni vicini al versante di Corso Europa. Questa straordinaria concentrazione ha una matrice storica: è il retaggio del fatto che prima di essere Villa Comunale, questo spazio (un po’ più ampio, in verità) era il Real Orto Botanico del Principato Ultra, inaugurato il 31 luglio 1850 e realizzato per mano di Federico Cassitto.

Forse considerare una pianta alla pari di un monumento può sembrare un’esagerazione. Eppure se ci pensiamo, gli alberi secolari sono le testimonianze spesso più longeve di una comunità. Resistono a guerre, terremoti, carestie. Rinsaldano il terreno preservandoci dalle frane e ci donano ossigeno. E a differenza dei monumenti sono pure terapeutici: la silvoterapia è una pratica sempre più in voga, mentre il forest bathing e il tree hugging sono ormai pratiche molto popolari.

Proprio perché oggi è anche la Festa degli Alberi, ho deciso di fare loro un regalo. Ecco qui i miei 11 alberi speciali nel patrimonio arboreo d’Irpinia.

L’albero più alto: Dopo l’abbattimento del Platano Secolare è proprio la sequoia della villa comunale di Avellino, coi suoi 43 metri, l’albero più alto di tutta la provincia di Avellino.


L’albero più vecchio: È stata stimata in circa 800 anni l’età del castagno monumentale di Montoro. L’albero si trova nella Frazione San Pietro ed è dotato anche di una notevole circonferenza (circa 7 metri)


L’albero più grande: con una circonferenza di circa 8 metri, è il monumentale tiglio di Summonte l’albero più grande d’Irpinia. Lo afferma una targa del 1999 (per cui qualcosa mi suggerisce che da allora sia cresciuto ancora!).


L’albero più raro: A Casalbore c’è l’unico esemplare di ailanto monumentale di tutta la Regione. Non è difficile scovarlo dato che campeggia orgogliosamente in prossimità della magnifica Torre Normanna.


L’albero più social: Probabilmente l’albero attorno al quale ci si è riuniti di più, si è chiacchierato e si sono trascorsi momenti veramente social è il tiglio di Rocca San Felice: situato nella centralissima Piazza San Felice è il centro nevralgico del paese, fin da quando, nel 1799 venne piantato come simbolo di libertà per celebrare la Rivoluzione Napoletana.


L’albero più spettacolare: Impossibile non notarla: è la quercia monumentale di San Vito ad Aquilonia, simbolo del paese. Un albero dalla bellezza mozzafiato, con la sua chioma talmente folta da arrivare a lambire il terreno, i colori nitidi, la forma a cupola ed una maestosità impareggiabile.


L’albero più misterioso: È certamente il Cerro del Tesoro, a Lacedonia. La leggenda vuole infatti che sotto quest’albero il famosissimo brigante Carmine Crocco abbia sepolto un tesoro molto prezioso, frutto delle sue scorribande in zona. Il tesoro, da cui l’albero prende il nome, non è mai stato ritrovato.


L’albero più simbotico: Non un solo albero, ma ben 12 agrifogli unitisi spontaneamente per formare un albero solo, con chioma di circonferenza notevole (ben 50 metri), armonica e bellissima. Si trova nei boschi di Cervinara, in località Costa della Noce.


L’albero più spettrale: Si gioca la fama di figura più spaventosa di Bonito insieme alla mummia di Vincenzo Camuso. È la roverella della località Santoianni, a Bonito, un albero spoglio che da 300 anni distende le estremità delle sue ramificazioni come centinaia di mani protese ad afferrare chiunque gli giri intorno.


L’albero più pittoresco: È uno spettacolo raro quello che possono ammirare i visitatori di Bagnoli Irpino che si fermano alla Fontana del Gavitone. In simbiosi con quest’opera c’è un particolarissimo Carpino Nero, che letteralmente fuoriesce dalla Torre Civica, rappresentando un’immagine molto peculiare, una delle più caratteristiche della cittadina dei Picentini.


Gli alberi più amorevoli: Si tratta di una coppia di pini che si trovano ad Avellino, nella zona di Viale Italia, all’interno dei giardini della casa di risposo per anziani Alfonso Rubilli. Si trovano a pochi metri l’uno dall’altro: la loro “postura” completamente speculare, come in una coreografia, li fa assomigliare a due anziani che si abbracciano per sorreggersi vicendevolmente nel cammino della vita.