Storia complessa e millenaria di un luogo che si è evoluto nel tempo ed oggi rappresenta il monumento simbolo di Domicella
Leggermente in periferia rispetto all’attuale centro urbano, decisamente centrale nelle vicende storiche del paese. È l’Abbazia di Santa Maria delle Grazie di Domicella. Oggi, insieme a tanta bellezza, anche tanto silenzio. A differenza del passato. Perché questo era un luogo fondamentale, brulicante, attivo e aggregante. Visitare oggi il Borgo Badia, quello sviluppatosi partendo dall’edificio ecclesiastico dell’anno 1000, significa entrare in una macchina del tempo. Il complesso è infatti caratterizzato da una storia lunga e travagliata: forse anche per questo il complesso abbaziale di Santa Maria delle Grazie è il simbolo del paesino nel Vallo di Lauro.
Tutto parte nella seconda metà dell’anno Mille con l’edificazione della Chiesa di Santa Maria che si trovava sotto l’egida dell’Abbazia di Santa Maria di Spelunca di Caivano. Nel 1087, insieme ad altri complessi religiosi, venne ceduta dai Principi Riccardo II e Giordano II di Capua al Monastero benedettino San Lorenzo di Aversa. Nel 1090 infatti, la Chiesa era amministrata da un rettore che ne gestiva i possedimenti col consenso dell’Abate del monastero aversano.
La storia narra che nel 1513 il poeta Giovanni Francesco Anisio paga 15 carlini come annuo censo ad un abate commendatario (ossia titolare del beneficio ecclesiastico) in segno di sottomissione. Il poeta profonde grande impegno economico e di tempo alla chiesa, fornendo inoltre numerose testimonianze fondamentali per ricostruire la storia di questo periodo. Grazie all’Anisio sappiamo che esisteva un importante fonte battesimale, un prezioso affresco con l’immagine della Madonna nella parte retrostante l’altare maggiore e molte cappelle. Il poeta riferisce anche dell’usanza di tenere una lampada sempre accesa sull’altare maggiore, nonché la presenza di un imponente campanile, distaccato dalla chiesa. Campanile che sarà abbattuto dopo aver subito gravissimi danni col terremoto del 26 luglio 1806.
La chiesa crolla col terremoto del 1688 e viene sostituita, in seguito alla riedificazione, con l’Abbazia di Santa Maria delle Grazie, in stile settecentesco. L’importanza del luogo, che diventa crocevia di comunicazione tra Vallo di Lauro e pianura Campana, consente lo sviluppo del borgo circostante (l’attuale Borgo Badia). Nel 1813, durante il decennio francese, l’Abbazia viene soppressa da Gioacchino Murat ed alcune delle suppellettili presenti vengono trasferite in altre chiese. Da questo momento l’incuria ed il tempo hanno portato il sito ad essere dimenticato, fino al recente restauro, che ne restituisce nuovamente la maestosità.
Per quanto abbia perso l’aspetto originario, infatti, presentando dimensioni decisamente ridotte rispetto al passato, recarsi in Borgo Badia alla ricerca di questo monumento significa respirare un’atmosfera suggestiva. Visitando i ruderi dell’Abbazia di Santa Maria delle Grazie a Domicella si può percorrere la bella scala a tenaglia che conduceva all’ingresso principale. Oppure contemplare le mura perimetrali che mantengono ancora qualche pregevole stucco ed una parte del portale. Oltre ai ruderi dell’Abbazia, risulta molto suggestiva, per quanto piuttosto rimaneggiata, la struttura che ospitava fino a pochi decenni fa un ordine di monache. Dall’esterno si lascia apprezzare la piccola loggia che sovrasta il portale d’ingresso, proprio accanto all’accesso alle antiche stalle. Dal cortile è invece possibile ammirare le scalinate che si arrampicano sulla cinta muraria del borgo e una certa complessità architettonica di quest’ultima.