Un piccolo excursus per descrivere cosa fare e cosa vedere sul Partenio, una catena montuosa lunga circa 30 chilometri. Ho diviso il Partenio irpino in 3 sottozone, ognuna con peculiarità proprie ed attrazioni sorprendenti, capaci di venire incontro ad ogni tipo di esigenza turistica
L’Irpinia si sa, ha un patrimonio montuoso importante, che copre circa un quarto della superficie provinciale. Se a Sud i Monti Picentini delimitano la provincia di Avellino distinguendola dall’Alto Salernitano, c’è una montagna in cui le sfumature geografiche e la varietà culturale sono talmente marcate da lasciare letteralmente di stucco.
Sto parlando dei monti del Partenio, che caratterizzano la parte occidentale della provincia di Avellino. Una montagna che segna il confine con il Sannio Caudino (a Nord), il nolano (a Sud e ad Ovest) e addirittura raggiunge la propaggine Sud-orientale della provincia di Caserta (con i comuni di Arienzo e San Felice a Cancello).
Un’area quella del Partenio che tuttavia coinvolge principalmente la Provincia di Avellino. Non a caso dei 22 comuni campani ricadenti nell’area protetta del Parco Regionale del Partenio ben 15 sono irpini. Non a caso per il territorio avellinese, forse per la presenza del Santuario di Montevergine, forse per quell’imponenza bonaria, da sempre il Partenio è un punto di riferimento geografico, una costante presenza che protegge e rassicura.
Santuari, grotte, sentieri, alberi secolari, sorgenti, castelli, cascate ed altipiani. Ma anche una certa ricchezza sul piano floro-faunistico, a completamento di un patrimonio culturale, che forse non hanno ancora ottenuto la visibilità che meritano. Il Partenio in definitiva è un sorprendente scrigno di bellezze ancora da scoprire, ma in grado di offrire senza timore un ventaglio di esperienze per tutti i tipi di turismo, specie quelli sinonimo di lentezza, sostenibilità, autenticità.
Come tutti i massicci montuosi che si rispettino, anche quello caro alla dea Partenope (come lo definì Giustino Fortunato nel 1884) è costituito da una cinta pedemontana attorno alla quale si arroccano comunità in simbiosi con la montagna. Tutte queste cittadine, lasciato l’impianto urbano, hanno una parte periurbana, ossia quella protesa alla montagna, che regala bellezze talvolta inestimabili, certamente sorprendenti.
Volendo, è possibile dividere schematicamente il Partenio avellinese in tre sottozone. La parte Est, comprendente le comunità di Ospedaletto d’Alpinolo, Summonte, Sant’Angelo a Scala e Pietrastornina, per arrivare fino a Mercogliano e Monteforte Irpino. La porzione meridionale, formata dai sei comuni del mandamento: Mugnano del Cardinale, Sirignano, Baiano, Quadrelle, Sperone ed Avella. Ed il versante settentrionale, in cui si apre la Valle Caudina con i comuni di San Martino Valle Caudina, Cervinara e Rotondi. Il Partenio è solcato da 33 sentieri di trekking che consentono di esplorare tutto il complesso nei suoi punti più interessanti. Tutti i percorsi tracciati sono diramazioni di un sentiero più lungo quello che il CAI definisce Sentiero Italia, che unisce la penisola da Trieste a Santa Maria di Gallura. In Irpinia questo percorso si snoda nei sentieri S13, S14 e S15 che attraversano il Partenio nella sua interezza, partendo da Capocastello di Mercogliano e arrivando fino al centro di San Martino Valle Caudina, passando per i Monti di Avella.
Il versante orientale del Partenio
Tra le vette più importanti del Partenio, oltre a Montevergine (1480 m.) c’è l’adiacente Vallatrone (1511 m.), a Nord Ovest di Summonte. Questa vetta è raggiungibile anche tramite il Percorso Ambientale che parte proprio dal suggestivo borgo con la torre angioina. L’Acerone di Avella (1598 m.) è contiguo alle due vette già citate ed è la montagna più alta dell’intero complesso del Partenio. Rientrante nel territorio di Sant’Angelo a Scala, l’Acerone chiude un trittico di guglie montuose che caratterizza inequivocabilmente il versante Est della catena, quello che guarda ad Avellino ed il suo hinterland.
Sempre nella parte orientale insistono un buon numero di attrazioni, soprattutto pianori di grandissimo valore naturalistico e paesaggistico: il Campo Maggiore (Mercogliano), il Campo di Summonte e il Campo San Giovanni (a Summonte), protagonisti dei percorsi di trekking che li coinvolgono costantemente grazie ai suggestivi sentieri (alcuni dei quali percorribili anche in mountain bike ed a cavallo).
Numerosi inoltre i rifugi attrezzati (e Campo San Giovanni a Summonte, Campo Maggiore a Mercogliano, Nido delle Aquile a Ospedaletto d’Alpinolo) che rinfrancano il cammino e consentono agli escursionisti di optare per percorsi di più giorni. Da segnalare in questa zona del Partenio inoltre il meraviglioso Santuario di San Silvestro Papa, bellissimo luogo di romitaggio a Sant’Angelo a Scala raggiungibile a piedi (attraverso uno dei sentieri del CAI) con l’adiacente grotta dall’acqua miracolosa, la sorgente di Acqua Fidia (Mercogliano), paradiso dei fungaioli, arricchito da alberi di alto fusto e impreziosito in autunno da un incantevole foliage, nonché le splendide località (Toppa Riviezzo, Acqua dei colombi e Acqua delle vene) nel territorio di Pietrastornina.
Il versante Sud
Nel versante meridionale del Partenio, quello corrispondente ai sei comuni del baianese, dominano i Monti di Avella. Imponente è il Ciesco Bianco (1589 m.), la seconda cima più alta dell’intero complesso montuoso, nel comune di Sperone. Sempre a Sperone, per gli amanti delle escursioni, da segnalare il cosiddetto termine, lastra in pietra apposta alla metà dell”800 che, in piena montagna annuncia l’inizio dei confini comunali del paese.
La zona è decisamente ricca di acqua. Da segnalare la cascata di Acquapendente (Avella), alta oltre 18 metri e caratterizzata da interessanti concentrazioni di travertino che si mischiano magicamente con la vegetazione. Percorrere il Rio Secco consente di godere delle fenomenali Cascate del Vallone Acquaserta, che raggiungono addirittura i 25 metri di altezza, non molto distanti dall’omonimo Ponte di Acquaserta, splendida opera ingegneristica che arricchisce ulteriormente il cammino tra i comuni di Quadrelle e Mugnano del Cardinale. Molto interessante anche il fenomeno del carsismo alla base della presenza di numerose grotte. Nel territorio di Avella, le Grotte di San Michele, Sportiglioni e delle Camerelle di Pianura (nonché l’ultima scoperta, la Grotta degli spilli) rappresentano un’esperienza entusiasmante per gli amanti della speleologia e della natura.
In questo versante sono meno diffusi i rifugi: da segnalare solo quello di Campo di Spina (nel territorio di Mugnano del Cardinale). In compenso impossibile non citare il Bosco di Arciano, un’immensa distesa verde nel comune di Baiano in cui ogni anno a novembre si cerca l’albero che sarà protagonista dell’imperdibile rituale del Maio di Santo Stefano.
Il versante settentrionale
Il Partenio che sfocia nella Valle Caudina, nella parte settentrionale del Partenio, vede il panorama addolcirsi con un’altitudine media decisamente più bassa. Raramente i rilievi arrivano sopra i mille metri. La cima più alta è quella del Monte Trave del Fuoco (1156 m.), nel comune di Cervinara. L’enclave beneventana di Pannarano racchiude l’Oasi Montagna di Sopra, a due passi dalla quale si concentrano importanti punti di interesse ricadenti nel territorio irpino. A partire dal Rifugio Mafariello, nel comune di San Martino Valle Caudina, che si staglia in una fitta vegetazione fatta soprattutto di castagneti. Il rifugio si trova accanto all’omonima fonte da cui sgorga un’acqua bicarbonato-alcalina. Più distante il Piano di Lauro (Cervinara), immenso pianoro a quota 1258 metri con rifugio, l’adiacente Sorgente Acqua Fredda ed un meraviglioso tasso centenario a completare un luogo incontaminato ed accogliente.
La zona con cui dalla zona urbana si sconfina verso quella montuosa presenta magnifiche attrazioni turistiche a dominare per bellezza e imponenza: dal Santuario Maria SS. Stella a Rotondi (uno dei luoghi imperdibili in Irpinia), al Palazzo Marchesale di Cervinara e al Castello Pignatelli della Leonessa di San Martino Valle Caudina.
Flora e fauna del Partenio
Fin qui l’idea di un complesso montuoso ricco di peculiarità prevalenti: pianori e rifugi ad Est, cascate e grotte a Sud, importanti monumenti a mezzacosta nella parte Nord. Non ci sono differenze sostanziali, invece, quando si parla della flora del Partenio. Se alle quote più alte ovunque si segnalano quasi esclusivamente muschi ed arbusti, ad altitudini medie è possibile godere di un panorama composto da un patrimonio floristico mozzafiato: non solo arbusti e specie arboree variegate, ma fiori, piante officinali ed un sottobosco ricchissimo. Sorprendente la gamma di orchidee, ben 33 specie diverse, mentre il fiore che caratterizza questa catena montuosa è certamente l’Anthemis, dalle straordinarie proprietà curative alla base di alcuni liquori prodotti dai Padri Benedettini di Montevergine, insieme al crocus, forse il più diffuso e al giglio martagone. Da segnalare senza dubbio la presenza molto copiosa di aglio orsino, pianta bulbosa molto impiegata in cucina ed ormai tipica di questo territorio.
Stesso discorso vale per la fauna, davvero ricca, composta da specie animali molto rare, come la salamandra pezzata e la salamandrina dagli occhiali, il tritone italico. Molto apprezzabile l’avifauna: dal gheppio all’upupa, fino al falco pellegrino e alla poiana, i cieli del Partenio sono il paradiso per gli amanti del birdwatching. Tra gli animali di taglia più grossa, oltre agli immancabili cinghiali, si segnala una folta colonia di lupi, simbolo dell’Irpinia. Anche se forse ciò che viene in mente quando si pensa agli altipiani e alle strade di montagna del Partenio sono gli animali domestici che qui vivono in simbiosi con la montagna grazie alle numerose aree pascolative. Nei punti più alti, specie nei numerosi pianori, non è raro imbattersi in greggi di pecore o solitarie vacche a condizionare il percorso, ma anche a donare un’esperienza in più nel visitare questo spettacolare microcosmo che risponde al nome di Partenio.