Montaperto è una frazione di Montemiletto. Una di quelle frazioni che stenti a credere non sia un paese a sé. Vuoi per la collocazione geografica (collegato benissimo tramite il passo Serra di Montemiletto e la Nazionale delle Puglie), vuoi perché con i suoi palazzi storici, le chiese e addirittura un castello, Montaperto ha tutti i presupposti per sembrare una realtà urbana a sé stante.
Tra questi presupposti rientra un piatto tipico antichissimo, dalla storia davvero interessante. Si tratta della mantoppola, una ricetta la cui storia e tradizione rappresenta un vero e proprio collante per la comunità di Montaperto.
La mantoppola è un must assoluto, un elemento distintivo della comunità, ma anche piatto della tradizione che ha la capacità di rafforzare la coesione familiare dei montapertari. Ogni nonna infatti ne tramanda, esclusivamente in maniera orale, la ricetta, confidando in gran segreto l’elemento che distingue la propria mantoppola da quella di tutte le altre famiglie di Montaperto.
Ma che cos’è la mantoppola? Semplificando (e sperando di non urtare la suscettibilità di nessuno vista la sacralità del piatto) la si può definire una polpetta. Ma se lo è nell’aspetto e nelle dimensioni, non si può definire lo stesso per il sapore. La ricetta è assai semplice, per quanto lunga, e apparentemente non si discosta dalla preparazione di una classica polpetta al sugo, che prima viene fritta e poi lasciata pippiare a lungo nella salsa ristretta con la cipolla.
La differenza la fanno però la presenza di una salsiccia secca scamosciata nell’impasto, oltre al già citato ingrediente di famiglia.
La mantoppola è la pietanza attorno a cui si costruisce il pranzo di famiglia ogni 20 settembre, per festeggiare il patrono Sant’Eustachio. In questa occasione, questa pietanza diventa simbolo di aggregazione, diventa senso di comunità, unità familiare, emblema del mangiare secondo tradizione. Ma anche occasione per tramandare l’arte della sua preparazione alle nuove generazioni.
Non essendo di fatto replicabile altrove, per assaggiare la mantoppola di Montaperto occorre recarsi sul posto. Ma i ristoranti non la propongono così spesso, tanto che l’occasione ideale è quella di partecipare all’imperdibile sagra della mantoppola.
Insomma, se la mantoppola vi stuzzica e non siete in grado di procurarvi uno straccio di amico a Montaperto, magari uno così ospitale da invitarvi a casa di sua nonna per Sant’Eusachio, non preoccupatevi. Basta tenersi liberi per la fine della prossima estate e farsi un giro ad una delle sagre più autentiche ed antiche di tutta l’Irpinia. Ne vale la pena.